Luci ed ombre. Con una spruzzatina di Covid, che rifà capolino in vasca, ospite ostico ma mai domo, mister virus: salta Italia –Canada , pallanuoto maschile, e tre canadesi sono positivi nel modo che non si vedeva da tempo in piscina.
Dicevamo delle ombre, meglio dei temporali, che riguardano la nostra staffetta quattro per duecento al maschile: in quattro- Detti, Ballo, Di Cola, Ciampi, non ricordano fino in fondo il ragionamento che una nazione si “sente” dal risultato di squadra di questa fondamentale , e sentimentale per tutti noi, staffetta.
Si fermano alle batterie, con tanti saluti alla finale, e ci lasciano con amarognoli pensieri. Ma dopo un temporale c’è sempre, per fortuna , una luce ad arcobaleno che si accende.
Fa scintille Lorenzo Zazzeri, che si prenota un cinquantino da sgommata sicura. Respira il giusto, carica polmoni e carrozzeria da sprinter maturo. Secondo tempo in finale, adesso la miscela è quella giusta per credere a tutto, volendo e potendo in questa vasca secca.
Vai Zazza è il minimo sindacale, in fondo è una pennellata che può aprire il cielo.
Margherita Panziera, lei si sveglia nei 200, baciata dal suo personalissimo principe azzurro messo sul dorso, e finale col quarto crono potrebbe aprire a bei sogni.
Di sogni si accontenta una strepitosa, per me , Francesca Fangio, che si illumina e ringrazia il suo settimo tempo da finale mondiale nella rana.
Umile , determinata e con i piedi a martello al posto giusto. “Faccio la cosa che mi piace più fare al mondo” , chiosa delicata come una leonessa dopo lo scatto.
E luce , nella savana acquatica , si accende anche per lei.
Domani un altro giorno, buona acqua a tutti
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