La tavola rotonda del nuoto paralimpico. I cavalieri azzurri oggi non si sono certo fatti desiderare. E come ormai da programma, e oserei dire tradizione di questa intensa Paralimpiade, hanno sfoderato l’ennesima classe acquatica. Partiamo da Simone, il Barlaam d’oro, primo nei 100 farfalla. Un tempo da vincitore, 57”97, che dà solo in parte la visione di questo grandissimo della piscina . Che sfodera il solito sorriso a trentadue denti, e nella grandezza del momento non si dimentica del compagno di squadra e con lui finalista, Federico Morlacchi, che chiude con un quarto posto a soli due centesimi dalla medaglia. “Se sono qui , è anche grazie a lui”: ecco l’essenza vera dello sport , normo o para non fa differenza, dà il senso vero di unione e riconoscenza. La forza, andassimo a cercare tra le corsie il segreto di questa nazionale - che agguanta il 13mo oro e stabilisce record su record - è soprattutto questo. Unione e condivisione, squadra in uno sport individualissimo come il nuoto. E così dall’oro, si passa solo un gradino più basso, ma la gloria è la stessa: argento Fantin ( ieri oro) nei 400 stile, gara all’inseguimento e testa a testa con il brasiliano Glock, e poi medesimo colore di podio per Stefano Raimondi nei 100 dorso. “Poteva essere” chiosa il plurimedagliatoparigino Stefano, mai pago. Da vero cavaliere di questa nazionale paralimpica ormai epica . Buona acqua a tutti
zicche@swimbiz.it