Quasi da rimanere senza parole, quasi da vivere sedici vasche lunghe da cinquanta metri in un’unica, immensa apnea collettiva. Gregorio il sonnacchioso che arriva al blocco con tutta la sua storia, in calzone corto e la sua leggerezza , e il sogno meraviglioso di non lasciare nulla a nessuno. Nulla di intentato, di non vissuto al limite di tutto, di quello che lo sport e Paltrinieri insegnano come mantra assoluto per sé e per chi sa che le medaglie sono una parte di un grande percorso. Crederci e lottare sempre. Lo segue un giovane azzurro pugliese, De Tullio, allievo estasiato alla fine di avere un cavaliere-capitano che più che altro è un gedi dalla quasi forza eterna. La tattica subito, si scioglie in un baleno quando il gruppo si allunga e tenta la fuga e il Capitano intuisce il momento. Gioca la sua carta,come a togliersi la cuffia e volare via senza se e senza ma. Senza pensare alle forze , al distribuire quel sogno spazio-tempo che improvvisamente diventa una realtà, lì davanti a tutti. In testa, davanti a tutti. Il peso della storia arriva a fare capolino come un turbine che non molla , la lunga strada e la corsia che si fa rovente all’improvviso. Che poi è una piscina senza tempo dove Paltrinieri ha composto il sogno di un Paese intero, che nuota con lui, che stringe denti e sofferenza che si accumula nelle braccia che resistono al montante che arriva. A destra e sinistra gli avversari avvinghiano nella freschezza forse dei loro anni, ma devono superarsi e di più per avere ragione di un immenso come Paltry. Che improvvisamente si trasfigura .E mette quella mano lì , nel bronzo fuso come nella bocca della verità. Una verità acquatica che fa di lui un ormai iconico nuotatore. Oltre il podio, oltre l’Olimpiade, ormai storia e emozione senza fine. Grazie Greg , e adesso attacco a 1500 e se sarà 10 chilometri, ma nella Hall of fame ci sei già.
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