Personalmente ho sempre avuto un’idea del mondiale corto: venticinque metri di divertimento, certo, ma che impone nel nuoto moderno una doverosa riflessione.
Che parte dalla distanza di metà vasca, la “ristretta” in rapporto a quella ufficiale e olimpica, quindi l’unica riconosciuta come la vasca delle vasche , 50 metri. Il resto appartiene agli “specialisti”, una sorta di nuoto parallelo, e a quelli cui non gira di continuo la testa per l’infinità di virate.
A parte le battute, il mondiale in corta è la versione del mundialito, un po' il calcetto nei confronti del calcio. E comunque sia, visto che esiste, va onorato con le medaglie. Ma non preso come termine di paragone o previsionale sulla “salute “ agonistica di un atleta a tutto tondo.
Così dopo una giornata oggi di medaglie , bronzo di Miressi nei 100 stile libero, argento staffetta veloce , e argento Martinenghi, possono stare tranquilli quelli che aspettavamo e non sono arrivati alla piastra, se non “cotti” per qualcuno.
Vedi alla voce Razzetti ( legneo, con la quarta piazza) o la ben nota Pilato che doveva, ma non ha fatto,nemmeno il minimo per il momento. Excusatio non petita, ma d’altronde sempre in corta siamo, anche se è meglio non trovare mai scuse su freddi improvvisi o cali di tensione agonistici.
Tant'è, il solito simpatico Luca Sacchi al commento su un Clos vittorioso con lacrima da Mundialito nota un “po' di pelo sul petto” , indice visibile, la non perfetta depila, di atteggiamento forse più rilassato in relazione all’evento.
Che è un pur sempre fondamentale, caro Fiorello, e sono d’accordo con te che un accenno in prima pagina è sempre meglio farlo.
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