Così all’improvviso.
Giorgio Minisini e la sua Dama si sono resi conto che in un attimo tutto si può trattenere, e sembra valga un tempo infinito.
E la gara si può fermare, rallentare, congelare.
Come il corpo, il suo di Giorgio, che nel doppio improvvisamente non ne vuole più sapere di fare quello che sa fare meglio. Ripetuto centinaia di volte, il movimento che l’allenamento ha quasi reso, nella sua spontaneità, perfetto. E deciso, scandito dalle note. Compatto, senza quasi margine di errore.
La musica continua, la danza della dama con lei, ma è sola senza il corpo di Lui, il Re. Che non si ritrova, in un millesimo delle centinaia di prove. Non risponde, si blocca, come se in un momento che pare appunto infinito cristallizzasse un affresco che tutti pensavano già dipinto.
Un attimo e un pensiero quasi incomprensibile, che ritornerà nella buia notte del cervello di un artista dell’acqua costretto a fare subito i conti col suo destino di atleta, di campione, di danzatore acquatico senza limiti di classe.
Così subito, il singolo Minisini riprende il suo corpo e la sua mente. Dirà “volevo uscire dall’acqua con una buona esperienza”. Dopo la cattiva, la non prevista, il fulmine che blocca.
E l’esperienza vola, libera quel flusso e quell’affresco che porta nel singolo tecnico un argento che non è mai scontato, come le esperienze di ognuno di noi. “Sono felice di come è andata”, chiosa finale alla medaglia che i denti stringono forte come un appiglio formidabile di fiducia e libertà.
Perché caro Giorgio Minisini, le emozioni più belle sono quelle che non sai come spiegare. Quel momento che passa e che blocca.
E la gloria dietro l’angolo ad aspettarti. Con i suoi movimenti perfetti e sincronizzati.
Buona acqua, di gran cuore.
zicche@swimbiz.it