Il teorema dell’Avatar: percuotersi rabbioso sul blocco, tuffo e via. L’acqua va schiaffeggiata, maltrattata, con le braccia mulinanti che sembrano l’imbizzarrito Toro di Torino che rulla in acqua.
Risultato che corrisponde allo sbuffo di Alessandro Miressi,gara regina e lui scudiero che arriva a record, si gira, muggisce, anzi meglio nitrisce perché lui è della Juve, si guarda intorno con quel visino smarrito dagli occhi a palla azzurri, e sbotta “Fanculo, vaaa”.Riferito a chi scusi? Forse alla voglia di martellare ancora nella prossima finale e chissà se l’Avatar piemontese dall’alto dei suoi due metri e più si è fatto un’ idea di come può andare a finire. Così si fà, mentre dall’altro lato della vasca Simona ingrana la marcia, mette il navigatore e fila via liscia e d’oro nel suo gioco più bello in ottocento metri: mettere tutte dietro a guardare quanto la romana Quadarella, cioè lei, nuota bene, e che stile e come vince, soprattutto. Una filosofia applicabile al non dire gatto se è a
rana, quando D’Artagnan dalle gambe a martello, il principino Nic Martinenghi si dimentica dei secondi cinquanta da mettere nel sacco. Va in bambola, pensando a chissà quali magie ranistiche,
e perde l’attimo. E mentre il pensiero si fa chiaro all’ultimo, lo accerchiano, lo stringono e lo mettono all’angolo. Quinto, in un soffio lento che nemmeno lui si spiega. Magia al contrario.
Domani è un altro giorno , buona acqua a tutti
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