“Me” , come un mondo acquatico che gira attorno al proprio io.
Lui è Federico Burdisso il sornione , che sveglia istinto quando sente il profumo del cloro nell’aria.
Che è cloro caldo a Ostia assoluta, e via il giro della morte dei duecento farfalla si trasforma in una volata verso la gloria e la sopravvivenza, vista la temperatura terracquea.
“Vola come una farfalla , e pungi come un’ape “. Alì è stato, è storia, sport nobile la boxe , l’acqua la segue. Qui le api non ci sono, ci vorrebbero magari essere , ma è il nettare della nuotata di Burdisso a fare gola.
Un razzo, per prendersi una ribalta quasi normale, nell’attesa dell’Europeo romano. Concentrato fino alla quasi fine , perché se non fosse per gli ultimi metri, magari ci scappava il record.
Il muro è verticale, la fatica pure, ma c’è margine, c’è pensiero profondo. “Non ho mai espresso il vero ME”. E te, o tu, che ne pensi? viene quasi da rimbalzare la domanda al giornalista che lo intervista.
Semplice , l’espressione la vede lunga nel profondo dell’io. La carriera, certo. E la prospettiva , sicuro del Me che se arriva fuori , dalle braccia alla testa, è possibile che alla prossima dica “meraviglia Burdisso”, oltre quello che già è.
C’è da crederci, nel profondo della vasca, che lo spettacolo sia solo all’inizio.
E se Simone Palombi, il suo allenatore, raccontasse il vero crono in allenamento, sarebbe già spettacolo.
Buona acqua a Me, e a tutti voi.
zicche@swimbiz.it