Ammettiamolo, le aspettative dell’azzurra Panziera erano di alto livello. Non certo di partecipazione.
Campionessa europea, la bionda e bella veneta di Montebelluna con residenza romana nel salotto buono dell’Aniene era attesa alle bollicine acquatiche. Con tanti sorrisi, e la comodità di presentarsi da potenziale protagonista senza troppe pressioni, ma strizzando l’occhialino verso risultati che non dici, ma che ormai tutti si aspettano.
Da un momento all’altro. Duecento dorso ,distanza giusta per una Margherita che sulla carta un sogno l’aveva. Uscire dai suoi confini , riavvolgere quel filiforme e affusolato fisico ideale per lo stile a pancia in su, e portarlo oltre l’ostacolo della semifinale.
“Ho fatto tempi assurdi in allenamento” chiosa a denti stretti la Marghy .Quasi a trovare una risposta verso se stessa ,a un’eliminazione che diventa notizia e commento.
Logico pensare che adesso questo dorso bruci dentro Margherita, e cerca i suoi perchè senza scuse. Imbrigliato in acqua questo dorso, e senza risposte fuori.
Che è senza quel sufficiente e minimo scivolo per i suoi sogni, senza aderenza in acqua per una realtà mondiale che gira il dorso in un altro modo.
Il tempo di 2’09”54 rimane lì, quasi impietoso rispetto a quello che doveva essere, il minimo sindacale di bracciata. Tra le voglie della vigilia, e le nostre attese.
Perplessità a pancia in su, adesso urge riavvolgere il nastro dell’ umile nuotatore, è la dura legge della vasca.
Dice il saggio acquatico, riponi il tuo costume e riparti in grande.
Ripensando a tutto il dorso che è stato.
Crederci sempre.
Buona acqua
zicche@swimbiz.it