“Lo scatto di testa” lo chiama Nic Martineghi. Come fosse la scintilla all’improvviso, l’innesco che accende il turbo. Nella rana dei suoi cento metri mondiali, vuol dire nel caso di specie potenza, controllo, visione: un trittico emozionante .
Una danza meravigliosa che tutto confonde nella tonnara dei muscoli ranistici, con l’accelerazione dell’ultima vasca. L’ultimo venticinque, che pare un metro e nulla più.
Che accende il desiderio del nostro , famelico come un girino che si trasforma nel principe delle acque. Un soffio, un’onda caricata sulle braccia, e rilasciata come non ci fosse un domani che pare agguantare la piastra e trasformarla nell’argento che arriva direttamente lì, sul podio.
Che era già nella testa, e nel cuore. Benny Pilato ascolta nella sua magica conchiglia acquatica, un istante dopo, cinquanta metri fuoribondi.
Quel fruscio che invade le orecchie nel tuffo, il tempo di reazione ( 0.69) e quel soffio di piscina che pare un infinito ranistico a due. Passo doble, con piedi a martello.
Rane d’argento, e l’Italia va.
Buona acqua a tutti
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