Cosa sono ottocento metri?
Un numero quasi perfetto , la quadratura del cerchio acquatico azzurro per la nostra fantastica imperatrice del mezzofondo, almeno come era fino a oggi .
Il cerchio Olimpico che si chiude dentro Tokyo con il quadro dipinto in vasca su questa distanza da Simona Quadarella.
La piscina improvvisamente si fa amica, e dolce, per la romana della borgata Ottavia che è arrivata da queste parti con una valigia piena di pensieri. Che non erano facili da affrontare , e da gestire, visto che la sua fantasia, e i nostri pensieri su di lei, erano oscurati da un virus gastrointestinale infido.
Infido e debilitante, improvviso e vigliacco, fino alla vigilia. Che ti prosciuga e ti asciuga, ma quasi a toglierti acqua sotto le braccia. Che mulinano ma non vanno come devono, e la spia della riserva che fa capolino negli incubi più profondi.
Incubi che tirano per i piedi, e fanno soffrire, e intasano il motore perfetto che hai sempre immaginato altro, nella tua prima olimpiade.
Simona lo sapeva di essere un quadro non perfetto al via, e le avversarie che salgono, e altrimenti ti mettono all’angolo. Dura la vasca , e ritorna alla mente tutta la Quadarella mondiale che è stata fino a oggi. L’elastico si fa ampio, Simona stringe denti e pensieri.
Tutta una piscina di pensieri e di forza le passa davanti, come una vita acquatica. Cuore e passione.
E forza, aggrappata al suo sogno, braccata fino alla fine da una rientrante avversaria.
E’ bronzo, alla fine, durissimo bronzo. E bellissimo ,come fosse un oro.
Anima e cuore, sofferenza e gloria.
E Simona ai cinque cerchi, finalmente.
Chapeau e buona acqua.
zicche@swimbiz.it
Immagine Rai 2