Punto Acquatico: Thomas senza filtri e Giunta che scuffia

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Copyright foto: deepbluemedia per federnuoto

Quello che si dice un tipino fine.

Con un po' di pancia emersa, dice lui. Che a dorso poi, rischia di vedersi peggio. Relax post, forse. Comprensibile, certo. Ma a stare tranquillo non ci pensa proprio.

Complici i giornalisti che sfrugugliano, ma è mestiere. ll campione olimpico e primatista mondiale del dorso ha aperto ufficialmente la piscina due punto zero, quella fuori corsia.

A dirla tutta, su tutto e tutti. Legittimo certo, ma azzardato forse. Benvenuto il Ceccon senza filtri, ingestibile dai più, istrionico e molto artistico.

Quello che usava i prati parigini per il relax  contestando letti di cartone e stanze olimpiche senza clima via Instagram. Cosciente della sua dimensione atletica e di personaggio della nuova frontiera acquatica. Lo stesso che all’Olimpiade, con il Capo dello Stato in un leggero ritardo nell’incontro con gli atleti, si permise un piccolo rimbrotto sottile, ma nemmeno troppo “io dovrei allenarmi , e ho poco tempo”.

Chi lo conosce, sa.

Caratteriale e cocciuto come tutti i numeri uno. Permalosetto, ma non  viziato. Difficile da allenare. Non inquadrabile, come qualsiasi Varenne acquatico che ogni tanto spunta, e per fortuna. Ma che punta l’obiettivo agonistico al pari di un caimano che se decide, nella palude piscinara, fa suo ogni limite. Solo se lo vuole, però. Della sua estrema sintesi e cura fa mantra, come di un istinto acquatico al limite del perfetto quando decide.

Al pari di Phelps, scrissi tempo addietro, e come Phelps fuori da qualsiasi schema che non sia la sua perfezione natatoria. Cambia marcia all’improvviso, e non sai che tira fuori, come quando parla e ragiona a modo suo. Record compresi. Sa di essere un  numero uno, non ancora divino forse, disposto a tutto  nel contrario di tutto. Se non ama, non fa, ma ha ricordi di quando non era, e le divinità erano altre.

A Verona ha incrociato il suo spirito ribelle e esordiente con la Divina, una che non le manda certo a dire. E come spesso accade, tra assoluti numeri uno, sono scintille dopo.

Questione di pelle e di costume, come tra noi normali. La Zia, per età al confronto, Federica Pellegrini, che adesso balla o ci prova, che di quella nazionale rosa e fiori era assoluta portavoce, come la più amata in questo sport. Adesso qualche spina compare, nel  pungolato “la Pellegrini per me non rappresenta niente”. Pesantino, vista la storia  della numero uno e quello che ha rappresentato e rappresenta per gli italiani.

La Divina accenna a un “incommentabile”, mentre spara a zero il marito e coach Giunta, che dà appunto zero assoluto al modo e alla persona.

Comprensibile difensore di famiglia, meno da tecnico della nazionale.

Una scuffiata d’istinto. Adesso che succederà? A saperlo..

Benvenuti nello showbiz dello swim .

Noi lo avevamo capito da tempo…

 

zicche@swimbiz.it

 

 

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