Cosa passa nella mente di un tuffatore nell’attimo prima?
Tra cielo e acqua, per intenderci. Vi risponderà che, in una frazione del suo attimo, rivive quello che sta per accadere, quindi nella sua testa il movimento e tutto quello che si chiama il tuffo perfetto.
Ne sapeva - quando tuffava nella perfezione estrema a noi comuni mortali poco avvezzi alle altezze piattaformistiche dei 10 metri - sua maestà eterna Klaus Dibiasi. L’angelo biondo, che è rimasto tale nella sua leggenda fatta di medaglie certe, olimpiadi, movimenti e voli calibrati al millimetro acquatico di quando, booom, entrava in acqua senza quasi uno schizzo.
In assenza di rumore, un sibilo circondato da un silenzio assoluto. Che apre al trionfo del gesto, liberatorio. Klaus, un moderno Icaro che ha dominato il volo senza mai bruciare i suoi sogni.
E che ha scritto tempo fa un libro memorabile, che ho avuto il privilegio di presentare al Circolo Canottieri Aniene di Roma, il cui titolo riassume la naturalezza di questo sport affascinante e unico.
Da brividi istantanei, quasi un fotogramma, sempre a colori anche quando era in bianco e nero delle prime riprese tv degli albori; “Tuffi per tutti”, illustrato da un altro ex tuffatore, Mario Zanotelli, edizioni Ultra, riporta alla popolarità di un gesto che l’uomo ha compiuto da quando popola la terra: tuffarsi dentro l’acqua.
Che è vita, divertimento, quasi un entrare in due mondi che sono il rovescio dell’altro.
Metafore.
E dove noi italiani, modestamente, tuffiamo se non da Dio come l’angelo Klaus, poco ci manca.
Ultime due deliziose medaglie di bronzo mondiali, a Fukuoka: Chiara Pellacani e Elena Bertocchi, che oltre alla medaglia vedranno Parigi olimpica. Loro da trampolino sincronizzato, insieme all’unisono tuffistico.
Un trampolino verso il blu dipinto d’azzurro. Nel solco acquatico di questa tribù meravigliosa chiamata Italtuffi.
Buona acqua a tutti
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