Una scelta ponderata, equa, civile. Simona Quadarella oggi è una campionessa mondiale, una star, un volto riconosciuto e inseguito da fan, giornali e tv. Ha dietro persino il maggiore supporto tecnico immaginabile, dopo le strutture federali: l'Aniene, pronta a farne la star 'di casa' alle prossime Olimpiadi. Per questo sa che può ormai 'nuotare con le sue gambe', cioè appoggiarsi agli sponsor privati senza più necessità di un gruppo sportivo militare a fondo pubblico. Ieri l'annuncio dell'addio alle Fiamme Rosse, il gruppo per il quale ha nuotato per tre anni, che l'ha ringraziata per la recente dedica di Genova ai Vigili del Fuoco scomparsi nei giorni scorsi.
E un nuovo inizio, da vera professionista a tutti gli effetti - ok, quasi tutti, visto che come denuncia da anni Swimbiz.it, manca in Italia una legge sul professionismo(leggi qui) - senza quei limiti di sponsorship e non solo che, peraltro, lo status militare impone. Semplice, chiaro, senza formule strane o zone grige, come in passato fecero Filippo Magnini o Massimiliano Rosolino, che smisero la divisa perché ormai in grado di gestirsi in altra maniera, e lasciando spazio a chi del supporto militare ha reale necessità, i giovani più talentuosi che si affaccino all'agonismo.