Si appresta a percorrere 350 km di strada insieme ad Alice Mizzau, direzione Milano, per lavorare sull’apnea con Valter Mazzei, uno degli allenatori della Nazionale di pinnato “In Italia, si è iniziato a inserire il pinnato in allenamento dagli anni ‘90” spiega, a Swimbiz, Max Di Mito. Due giorni fa, si parlava di collaborazioni tra diversi sport, come synchro e tuffi “A Riccione, iniziai una collaborazione tra i miei Esordienti e la squadra di tuffi, per migliorare lo stacco dal blocco - ma è solo un esempio - a inizio ’90, inserii dallo sci dei lavori nella preparazione; poi dal kayak, e Federica (Pellegrini n.d.r.) era una delle più brave…in realtà il nuoto italiano è più mobile di quanto non appaia in superficie”. Il vero problema “E’ portare avanti continuativamente tali collaborazioni; inoltre variano dal singolo, dallo stile, dalla distanza… - e racconta – a Mestre, potevo inserire il kayak, perché c’era la squadra vicina. A Milano, per qualche tempo si pensò insieme a Luca Sacchi d’inserire una parete d’arrampicata nella DDS (Dimensione dello Sport), perché le uniche presenti erano distanti dalla piscina”. Di Mito è anche molto legato al nuoto sincronizzato “A mia figlia Martina il nuoto proprio non piace. Un giorno vide l’allenamento delle sincronette in DDS e se ne innamorò; si allena nel Nord Padania, è una '99, ma ha partecipato agli Assoluti – e che papà è Max Di Mito? – uno che parla, più che sgridare. Se le mie figlie prendono un 5 a scuola, sono loro le prime ad arrabbiarsi e mi tocca fare da moderatore”.
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