Di Magnini e Santucci abbiamo già scritto e raccontato. Il giorno dopo il fiume di un interrogatorio che con i tempi della Procura antidoping - tra breve o a dicembre – ci dirà cosa sarà, comunque, di una ferita sempre aperta per chi, da sempre impegnato nella lotta al doping, ha dovuto chiarire su una pagina dolorosa che prende da questa parola il via. Aspettiamo perché tutto si chiarisca e la vasca ritorni a dirci che il nuoto fa solo i conti col cronometro, via le ombre pericolose.
E sul cronometro che aspetta nel cassetto la stagione che si aprirà da qui a poco, ci mancavano gli incubi, o giù di, di Halloween. Per Stefano Morini, in arte il Moro, sembra dolcetto o scherzetto, dopo il premio di allenatore dell’anno che quest’anno sembra essersi trasformato nella zucca senza cuffia e occhialini che perseguita. Scherzetto, la spalla di Gabriele Detti. Infiammata - recidiva del sovraspinoso, già lo fu nel 2012 - e che lunedì prossimo dirà con gli esami diagnostico-strumentali quanto ci dobbiamo preoccupare, e se basta solo riposo (dalla coppa del mondo e meeting nazionali) tekar a volontà e una ginnastica a secco preventiva per ritornare a spingere in vasca. Come si dice, incrociamo gli accappatoi.
E mentre a Ostia si discute giustamente allertati di spalle, e di quanto l’usura da fondo sia purtroppo una costante negli operai della bracciata, il dolcetto di Halloween arriva da Melbourne. Segnali di fumo bianco-dolce tra il Paltrinieri e il suo Moro, che lo aspetta a corsia aperta il primo dicembre di ritorno temporaneo, poi di nuovo biglietto aereo per il caldo australiano già per Natale. Intanto l’avventura aussie ci dice che le ultime non uscite agonistiche del Paltry nazionale hanno un perché tecnico. Qualcuno si è dimenticato l’iscrizione per tempo e si sa, in Australia su questo sono belli rigiduzzi. Alla fine Ostia del Centro Federale, con questa novembrata romana a 22 gradi, proprio male non è, home sweet home. Che, come a dirla da noi, casa dolce casa. Buona festa di Ognissanti a tutti.