Oplà Martina. Con una mezza capriola, come quando ti comprimi e ti rilasci, e t’immergi nel blu acquatico in un soffio. O nel lungo respiro che trattiene tutta una piscina mentre la percorri in apnea. In lungo con le pinne, in largo nello spazio mentale che amplifica i record, e sono tanti i suoi mondiali, sette a oggi. Le misure di una vasca per la genovese Martina Mongiardino hanno una doppia valenza. Il senso profondo e duraturo del record, calibrato e gestito dal respiro in ogni sua forma spirituale, oltre che atletica. E lo spazio della vita e l’orizzonte professionale dell’Architetto Mongiardino, costume e calibro. Cosi come quando Swimbiz.it la celebrò in foto con Alessia Zecchini primatista di tutti i mari, in tutto il bello dell’apnea(fotoservizio qui).
E Genova, sabato prossimo, le assegnerà il Premio internazionale dello sport nelle celebrazioni di Cristoforo Colombo. Nel nome di Colombo, quel senso profondo dello sport. Come dovrebbe sempre essere: passione, condivisione, libertà, ecologico ed ecologista allo stesso tempo, libero dalle frustrazioni dell’esasperazione professionistica. Nel senso spirituale ed educativo. Anche con il goniometro in mano.