Maledettissimo numero quattro, verrebbe da dire. Quattro come posizione che ha bruciato, eccome se ha bruciato, le olimpiche storie della nostra Federica Pellegrini in una finale stregata dei 200 stile libero, per centesimi. Quattro, che posizione di arrivo, alla fine. E su altri fronti, meno brucianti certamente viste le proporzioni, ma più rapidi vista la lotteria che sono normalmente e che portano alla finale negata della velocità per eccellenza. Per quattro, maledettissimi quattro centesimi. Cinquanta metri da bersi in un sorso di vasca, senza respirare, senza capire nulla fin quando non tocchi la piastra insieme ad altri sette che arrivano come te in un muro di suono acquatico, decibel inclusi che si stagliano sopra la corsia. Tocchi, ti giri, e se non sei miope sudigiri, il tabellone ti dice implacabile il numero. Per Luca Dotto, il nostro azzurro , quel tabellone ci nega la finale dei camalli della velocità per quattro, dico quattro centesimi. Che calcolati, pensati, e sputati, sono veramente come una beffa lì, nemmeno il tempo di pensarci a cosa vuol dire il soffio di quel numero. Luca sorride intelligente, ringrazia e non si nega. Quattro, a voler il positivo, è il numero dei prossimi anni, quelli olimpici, che porteranno al prossimo giro olimpico anche per lui. Che aspetterà, perché anche quei quattro anni passeranno in un soffio. Un soffio acquatico, e quel numero ci sia più dolce al caso.