Anche dopo il ritiro, Tania Cagnotto avrà al suo fianco il padre Giorgio. La nuova avventura sarà la maternità “Le ho chiesto, però, (e sorride) di farmi respirare un attimo. Vorrei godermi un po’ la vita insieme a mia moglie” commenta l’hall of famer di tuffi a Unico Magazine, intervistato da Silvia Campanella. Conferma come il suo ruolo, all’interno della Federnuoto, si trasformerà gradualmente da Commissario a Direttore Tecnico “Al momento, mi mancano gli stimoli per un impegno quotidiano a bordo vasca”. Ma non dimentica il passato. Dagli anni divisi tra Ct e tecnico della figlia Tania “Era importante non concedere a lei qualcosa in più rispetto ad altri e forse questo, a volte, mi ha portato a essere ancora più ‘bacchettone’ nei suoi confronti – ma trasmettendole, al contempo, la fiducia necessaria a emergere – e la capacità di rimanere con i piedi per terra”.
Ma Giorgio Cagnotto ricorda anche i suoi anni ruggenti. Quattro medaglie olimpiche, una mondiale, cinque europee tra cui un oro. E un aneddoto “Dovevo partecipare ai campionati italiani. Un signore mi propose un giro sul suo Piper – aereo leggero – acrobazie in aria, divertimento assicurato. Non ho saputo resistere. Un volta sceso, però, mi sono accorto di quanto fosse tardi. La gara era iniziata senza di me”. Gli inizi nel cuneese, a Savigliano “Ho visto quell’impianto crescere e il Direttore portarvi nomi di peso nell’ambito dei tuffi e del nuoto – Guido Cuteri – un pilastro per lo sport cuneese”. E un esempio per lo sport italiano. Uomo di marketing, quando quel termine ancora non si usava. Il Direttore di Swimbiz.it, Christian Zicche, ricorda bene il meeting di nuoto creato da Cuteri nel ‘91(leggi qui). L’accortezza di scegliere un title sponsor rappresentativo dell’Italia quanto conosciuto all’estero: Lavazza. Portò le televisioni. Portò Mark Spitz, che tentava un infelice ritorno alle Olimpiadi, e gli mise di fronte il campione azzurro Giovanni Franceschi. Portò un giovane russo ancora semi sconosciuto, Aleksandr Popov, che a Barcellona 1992 avrebbe cambiato per sempre lo stile libero. Quella sensibilità di Cuteri oggi sarebbe più attuale che mai. Di per sé forse non sufficiente, ma certo necessaria, per sopravvivere nella giungla mediatica dello sport moderno.