Che le Barelliadi abbiano inizio. Come si dice, gli esami non finiscono mai, o meglio Paolone il conquistatore non ha mai smesso di gareggiare da quel giorno della sua prima convocazione olimpica. E’ un agonista nel dna il presidente federale, europeo ormai da due mandati. Era una staffetta veloce, lo stile sempre libero a Monaco nel 1972, e tre anni dopo al mondiale colombiano di Cali la staffetta di capitan Barelli (con Roberto Pangaro, Claudio Zei e Marcello Guarducci nella storica foto del tutti in bianco in tuta, candidi belli e vincenti) si mise al collo la prima medaglia di bronzo della storia internazionale maschile azzurra. Da allora di acqua clorata ne è passata a litrate, dentro e fuori le piscine. Temuto e rispettato, ma anche amato dai cultori dei risultati agonistici dell’ultimo ventennio post Sydney 2000 Paolone è un osso duro per chiunque gli si pari di fronte o si affianchi sul blocco di partenza, in agonistica tenzone nelle acque territoriali barelliane.
Soprattutto, se non abbia idea di quel che vuol dire fare il dirigente sportivo senza limiti di tempo, orari e di presenza. Chiedere ai suoi più stretti collaboratori, che nemmeno dandosi in staffetta riescono a tenere il passo del votato alla causa acquatica. Conosce tutto e tutti PB, con una memoria da elefante che nemmeno dieci segretarie istruite ,minimi particolari come grandi cause acquatiche, non lo cogli mai fuori corsia. La conoscenza è il suo credo, la stagione politica del curriculum il mezzo per trovarsi a suo agio di fronte a chiunque. E se non sa, è capace di tirare giù dal letto il malcapitato a qualsiasi ora per informarsi. Chiave vincente del lasciare nulla al caso, un Lego acquatico, se ne sono accorti negli anni quelli che al fortino barelliano si sono avvicinati prendendosi l’onda lunga del tuffo di partenza con un fuoriclasse dello stile.
Ecco, di Paolo Barelli si può dire qualsiasi cosa, ma che non sia un innamorato del suo mondo del nuoto quello no, nemmeno il suo peggior avversario potrebbe partire da qui. Qualche anno fa facemmo il conto noi di Swimbiz.it delle mille miglia barelliane in aereo, e ci domandammo se mai avesse un clone a fargli il lavoro extra. Fra otto giorni a Budapest ci sarà sempre lui mettendoci fisico e testa, una campagna elettorale articolata con un sito con la versione pure in arabo. A Budapest giocherà la sua gara più importante, ma anche la più complicata con un avversario - l’ultraottantenne Maglione- che sul blocco di partenza della Fina è incollato dal quel dì. Previsioni? Difficilissime, ma tutte concentrate sul sorriso del barelliano di turno “se Paolo si mette la cuffia, non è certo per arrivare secondo”. Come dire che il triplete della vasca è a un passo, collegatevi con Radio Budapest in modulazione di corsia il 22 luglio…