Le leggende non muoiono mai. Restano nei ricordi e vengono presi ad esempio dai campioni di oggi, che cercano di ricalcarne i fasti e le gesta. Una di queste leggende risponde al nome di Alexander Popov, classe 1971, lo zar di Russia, il re della velocità. 13 anni fa, proprio in questi giorni (esattamente il 16 giugno), si rese protagonista di un momento storico che ancora oggi rimane negli annali dl nuoto: a Mosca, sulla strada delle Olimpiadi di Sydney 2000 segnò un 21”64 nei 50 stile libero, record del mondo, senza atleti al proprio fianco e senza l’aiuto dei moderni costumi aerodinamici. Un momento straordinario. Popov è uno dei miti viventi di questo sport: è ancora l’unico uomo nella storia a vincere 50 e 100 stile libero in due edizione consecutive delle Olimpiadi (Barcellona 1992 e Atlanta 1996). E pensare che nel 1992, prima delle Olimpiadi - mentre tutti gli occhi degli addetti ai lavori erano puntati sull’imbattibile Matt Biondi - un giovane Christian Zicche (all’epoca cronista d’assalto, oggi nostro direttore) intervistò Popov, che arrivava ai Giochi di Barcellona come outsider di lusso dal Meeting internazionale di Saluzzo, organizzato dal compianto Guido Cuteri, e lo apostrofò con queste parole: “Il russo farà la storia dei 100 stile libero”. Detto fatto. Lo Zar ha vissuto 13 anni di carriera internazionale, dal 1991 al 2004, sempre ad altissimi livelli e costellati da ben 45 medaglie, tra Giochi Olimpici, Mondiali ed Europei. La velocità è sempre stata la sua caratteristica vitale, riusciva ad essere il migliore e ad esprimersi al meglio ogni volta che poteva. Si racconta che, durante gli allenamenti, faceva molto stretching e che lavorava insieme ai ballerini del Bolshoi: “Nei momenti cruciali sono sempre stato in grado di esprimere un tipo speciale di concentrazione ed energia – racconta Popov ricordando la vittoria olimpica del 1996 contro Gary Hall jr. – ho sempre saputo di essere estremamente veloce, e lo esprimevo in gara”. Circa un mese dopo le Olimpiadi americane, fu accoltellato allo stomaco a Mosca, intervenendo in difesa di un amico che stava litigando con un fruttivendolo. L’episodio cambiò la sua vita, ma non il suo spirito combattivo in vasca: ottenne, infatti, altre vittorie importanti, tra cui i titoli sprint all’Europeo nel 1997 a Siviglia e il mondiale dei 100 stile nel 1998. La sua strepitosa carriera è andata avanti fino al 2004: ora è membro del CIO, ha vinto la Medaglia d’Onore russa per i suoi contributi allo sport ed è sposato con Daria Schmeleva (compagna di squadra olimpica, nonché campionessa europea nel 1993 nei 200 misti) che gli ha regalato tre figli. Una storia fantastica.
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