Croce ortodossa sempre al collo, spavalda quanto i baffoni di Mark Spitz, di chi non teme ostacoli all'implacabile legge dei centesimi. Kliment Kolesnikov ha firmato ieri, alla Salnikov Cup di San Pietroburgo, il nuovo Record Mondiale dei 100 m dorso in vasca corta (48"90). Vladimir Salnikov, ieri locomotiva di Leningrado dei 1500 stile e oggi leader della federnuoto russa, ha dedicato la manifestazione ai tecnici di base, coloro che per primi devono tirare su i giovani talenti. Come il giovane Kliment, che accarezza l'acqua come un giovane Popov a faccia in su, protagonista agli ultimi Eurojunior ancor prima che ai recenti Europei in vasca corta di Copenaghen. Dove, non fosse stato per un Sabbioni perfetto nello sprint, sarebbe stato mattatore totale del dorso.
Kolesnikov è un classe 2000, fa parte di quelli che spesso sono erroneamente definiti - da noi compresi - millennials. Sono i post millennio, la generazione senza nome (Z) che non fu travolta dalla turbolenze della rivoluzione digitale, ma anzi è abituata alla tecnologia sin dall'infanzia. Sono cresciuti dopo la parentesi dei costumoni, in un nuoto sempre più globalizzato che cerca il professionismo e una quotidianità che vada oltre i quattro anni olimpici. Forse hanno fatto in tempo a nuotare con l'ultimo Phelps, ma sanno che i confini si sono allargati e in futuro sarà sempre più difficile vedere un singolo dominatore che regni incontrastato per anni. Crescono velocemente, come la loro epoca. Hanno fame di gloria e vogliono vincere presto. Pronti ad affrontare in vasca gli ultimi veterani, i 'veri' millennials, che rispondono con le armi della pazienza e dell'esperienza, in uno straordinario confronto acquatico tra generazioni.