Il consuntivo è d’obbligo, comme d’habitude. La salute sportiva di questo mondo azzurro del nuoto è al top, e di questo il campionato assoluto riccionese ne è stato evidente cartina al tornasole.Contenti è dire poco. Se mi passate un pensiero a margine, peccato non portarne tre a Tokyo. Arianna Castiglioni- per grinta confermata post suo covid- ma anche per determinazioneagonistica e classe suprema meriterebbe tutto l’olimpico possibile. Certo le regole son regole, e a questo punto passiamo a capire tutto quello che è transitato in vasca. Dalle lacrime quinte di Federica Pellegrini per arrivare al pass a cinque cerchi che il razzo Razzetti, Alberto che va più veloce di tutti anche col microfono, si regala nei misti. Rifessioni cercate , sensazioni che colpiscono a guardare la rana imperiale di Martinenghi, stimoli che vengono a galla con Magnini da cento e non più cento,ma che esce primo in B con quella certa età, esempio per chi volesse mai mollare. Ma quello che conta è, sempre, la fame agonistica pronta a servire alla causa , segno che siamo a buon punto per la composizione della nazionale potenzialmente più forte a venire. C’è solo da lavorare è il mantra più ascoltato dalle voci di vasca, quelle dei protagonisti. Che si alternano con confident ( fiduciosa. Cit. Benedetta Pilato sbirulina nei 50 rana) fino ad abbracciare la novità che nei 1500 stile non è la vittoria scontata di Greg Paltrinieri ma del fratellone De Tullio , Luca, che stabilisce i termini delle millenial acquatici che mettono la manina davanti ai ben più tarati -e d’esperienza-come Domenico Acerenza. Si sa, la gioventù porta energia anche se il fervore di Thomas ,l’atteso e ancora poco acceso Ceccon, ritarda come quando a scuola non sei ancora pronto ai tutti dieci in pagella, ma c’è il secondo trimestre sempre. Ma,c’è sempre un ma nella scienza acquatica, questo è un assoluto che inverte anche l’anagrafica: così mi emoziona Martina RitaCaramignoli, che a trent’anni e parecchi tatuaggidopo, conquista un’olimpiade senza lacrime- ma chissà quante in solitudine- e tanta fatica.Fatica e sudore , a litrate. Che in acqua non si nota per evidenze, ma nel nuoto è un fatto di tempra e sofferenza. Da quando Martina Rita- armi e bagagli-si tuffò in un mare fatto di acque libere e di incertezza, perchè sembrava ormai -per qualcuno- troppo usurata e di poca “consistenza” per la piscina. Ha lottato senza tregua la ternana-romana Caramignoli, e ha inseguito, anche battendola in una sera d’estate , l’altra romana dal curriculum micidiale e mondiale, Simona Quadarella .Ne è nato un passo a due nelle diverse ambizioni e prospettive finali, ma come per magia insieme in quella lotta senza fine a suon di bracciate. Le romane sono per me l’essenza al femminile di questo nuoto italiano. Classe e perseveranza profonda, resilienzamassima e gioia incontenibile , quando esce. Buona acqua e soprattutto Buona Pasqua a tutti
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