Quattro anni a nuotare nei mari, fiumi e laghi del globo. Trovando ovunque acque gelide o calde da soffocare, sporche, agitate, ignorando la puntura di una medusa o la morsa del sole. Rachele Bruni alla 10 km olimpica di Rio 2016. A insegnare ai turisti che Copacabana – da non confondere con la baia di Guanabara(leggi qui) – oggi non è una spiaggia turistica, ma l’arena dell’agone sportivo. Bruni toscana di razza, fiorentina istrionica. Donna e domina: non si fa trascinare dalle onde, le cavalca. Mare aperto, vera gara di acque libere. Come piace gli italiani. Addio al pontone di partenza, spezzato dalla forza dell'oceano. Ma, come raccontano in telecronaca Rai Tommaso Mecarozzi e Luca Sacchi, nell'Olimpiade green di Rio una parte è stata recuperata e 'riciclata' come mensa.
Si parte in acqua. Ai 2.5 km, 30 minuti da inizio gara, guidano le brasiliane Cunha e Okimoto. Insieme a loro la campionessa in carica, l'ungherese Eva Risztov, anche se il chip non segna il tempo. Dopo un'ora Bruni sale di posizioni, è 7°. In testa, la francese Aurelie Muller e l'olandese Sharon Van Rouwendaal, allenate dall'ex tecnico di Federica Pellegrini, Philippe Lucas. La tulipana e l'azzurra tentano la prima fuga, seguite dalle altre atlete di vertice. Ai 7.5 km, Bruni ha 4 secondi di ritardo dalla prima. Molte atlete rinunciano al 'pit-stop'. Un'ora e trentatré minuti di gara, la brasiliana Poliana Okimoto testa a testa con la fiorentina. Onde in faccia, risacca pazzesca, solo le più forti reggono: Van Rouwendaal, Okimoto, Bruni e, più staccata, la cinese Xin Xin.
L'allieva di Lucas ormai vola nella sua solitaria corsa all'oro. L'azzurra, la brasiliana e la rientrante Muller si giocano le altre due medaglie. Bruni e Muller al tocco, la francese si arrampica su di lei per anticiparla. Squalificata. E' Argento per Rachele Bruni. Il bronzo va alla padrona di casa Okimoto. E' il trionfo della fiorentina, cresciuta come il giovane tecnico che l'allena, Fabrizio Antonelli. Già prima azzurra nella storia a vincere la Fina World Cup, il circuito a tappe di nuoto in acque libere(leggi qui), a podio alle Olimpiadi come Martina Grimaldi a Londra 2012. E' la Storia che si ripete. E' l'Italfondo.