Rivalità, cibo e Sun Yang. La Cina di “Marco Polo” Malara

Copyright foto: paolo malara

Anche da un continente di distanza, gli piace tenersi sempre informato sull’attualità italiana, sportiva e politica. A volte i due mondi entrano anche in contatto “Conosco Beppe Grillo da quando avevo vent’anni e si allenava alla piscina di Bogliasco, siamo rimasti amici” racconta a Swimbiz.it Paolo Malara, ct della nazionale maschile cinese di pallanuoto. Sigaro sempre acceso, il prossimo gennaio segna due anni dal suo approdo nel gigante asiatico “L’obiettivo è arrivarci con la qualificazione olimpica acquisita. Ricordo quand’ero ct del Settebello, il torneo di qualificazione era a marzo e sul piano mentale non è una passeggiata – se poi devi affrontare il Giappone in casa – il nostro Serbia-Croazia? Non ci sono mai stati casi di violenze o intemperanze tra tifosi, ma la rivalità è ancora molto sentita”. Incontrò Marcello Lippi quando allenava in Cina e ama confrontarsi con i cugini del nuoto, in occidente spesso guardato col filtro del doping “Io parlo per quello che vedo e i controlli tra le squadre nazionali cinesi sono molto frequenti” dai dati della Wada, la nazione più controllata al mondo con 13.180 test nel 2014(leggi qui). Particolare attenzione è prestata al cibo “In generale, la federazione sconsiglia di mangiare fuori”. Sulla questione del cibo alterato in Cina, nel 2013 Luca Barbareschi girò il film Something good. Lo stesso Sun Yang “Che, anche dopo la rinuncia ai 1500 stile di Kazan, qui è ancora molto popolare. Basta vedere quanti servizi gli hanno dedicato ai campionati nazionali” nel periodo in cella per guida pericolosa rifiutò a titolo precauzionale la carne della prigione(leggi qui). Un anno dopo, fu squalificato per tre mesi per positività alla trimetazidina. Vero genovese, Malara ha girato parecchio: Francia, Iran prima del ‘Catai’. Spesso si vedono solo ragioni economiche o sportive dietro a scelte del genere “Ma è una visione limitante. C’è anche il desiderio di confrontarsi con nuove culture. E comunque anche qui, come in Italia e ovunque, nessuno ti regala nulla  – con qualche sacrificio personale – per chi è fidanzato, sposato o ha persino figli, non sarebbe facile. Io praticamente vivo in albergo”.
 
moscarella@swimbiz.it
 

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