Se per i Sudafricani la vasca promessa è (anche) l’Italia

Copyright foto: Stephan Lehman

Paolo Bossini con Chad Le Clos e Filippo Magnini

L’amore di Chad Le Clos per l’Italia è arcinoto, visti i suoi consueti periodi di allenamento a Pesaro e, in anni recenti, la decisione di affidarsi a un tecnico italiano, Andrea Di Nino, peraltro prevista l’anno precedente da Swimbiz.it(leggi qui). Ma il campione olimpico non è l’unico sudafricano a guardare con interesse e ammirazione il Belpaese acquatico. Già nel 2013, lo stesso Le Clos e il resto della nazionale di nuoto sostarono a Gemona, in Friuli, per un periodo di allenamenti collegiali(leggi qui). Per gli amanti del ‘gossip principesco’, ancora oggi si sussurra di quando l’ex olimpica sudafricana Charlene Wittstock sarebbe fuggita dal Principato di Monaco per ‘rifugiarsi’ al Foro Italico, in compagnia dei suoi amici nuotatori al tempo allenati da Claudio Rossetto. Come pure solido sembra essere il legame tra Filippo Magnini e Roland Schoeman.

E trasudano entusiasmo, oggi, Clayton Malaza, Kyle McKenzie e Kyle Letley, tre giovani studenti del liceo di Edenvale, all’idea di gareggiare tra giugno e luglio in Italia in una serie di meeting giovanili, inclusi i Giochi Internazionali del Tricolore a Reggio Emilia. I tre fanno parte di un’accademia di nuoto, una rarità in un Paese dove i talenti di vasca guardano sempre più ai college americani per costruire la loro carriera. Ma l’Italia sembra rappresentare sempre più l’altra vasca promessa, per una gara, un collegiale o un domani, chissà, anche qualcosa in più: in un periodo in cui si parla molto di oriundi e naturalizzazioni – chi ricorda il ranista Giulio Zorzi? – viene in mente che nel secolo scorso notevole fu l’immigrazione italiana verso il Sudafrica…

moscarella@swimbiz.it

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