L’homo natatorium Gabriele Detti. Come un profumo, una folata di primavera che circonda la piscina. Se archiviamo le qualifiche olimpiche di una settimana di Riccione, non possiamo far altro che notare una bellissima realtà: l’uomo assoluto è lui, il livornese protagonista dal tratto dolce, dal modo gentile, che ti allunga una bracciata imponente e decisa. Ercolino sette nuotate, verrebbe da dire dopo il vasc de force di questi giorni. Detti e fatto, Gabriele è partito col frecciarossa la prima giornata dei millecinquecento metri, quelli del gemello-compagno di bracciata Gregorio Paltrinieri. Ha inseguito e saputo gestire la popolarità del biondino di Carpi, che quando ha fatto le valige ed è tornato a casa, è come gli avesse passato il testimone da protagonista. Con un mazzo così però, mica le cose sono e vengono a gratis, bouquet da farsi un fondello acquatico degno di un sergente di ferro come lo zio allenatore Stefano Morini ha capito che poteva e doveva elaborare. Pani e piscine da moltiplicare, il buon Detti si è abbuffato, dai 400 agli 800 ai 200, sempre primo, quasi mai un po’ stanchino, novello Ercolino sette nuotate. Splendido splendente, in forma novella come quel sorriso mai domo che spunta come un assist all’amico di nuotata Gregorio. Tira giù secondi di miglioramento con un ritmo che, forse è il più lanciato azzurro che ci sia sull’alta velocità migliorante, il nostro buon Detti. Che Detti così, a buon intenditore… le fatiche di Ercole Detti.