Che stile fuori dagli schemi, la rana. Strano forse, come che la complicatezza del gesto - infatti i ranisti sono una “tribù” a parte nell’universo acquatico – quasi ne complica l’interpretazione, alle volte. Così la legge della vasca, che poi è in generale quella dello sport, dice a proposito alla voce finale: non è sicuro, tranne rare componenti agonistiche (alla voce Peaty, assente però in Cina) che se in finale entri d’oro, nel senso della posizione come miglior tempo nuotato, non è detto tu ci esca alla fine con il medesimo colore al collo.
Analisi spietata che si sarà rivista come in un film il nostro Fabio Scozzoli, appeso a una quarta posizione sul tabellone che è come rivedere alcuni fantasmi acquatici del passato. Personalmente a Don Fabio dò comunque la lode: per l’impegno e la spinta, e i dettagli che non sempre aggiungono valore quando ne sprizzi comunque da ogni poro. Sono sicuro che nelle due vasche prossime da 50 cercherà di rientrare nello schema base che prevede il podio. Podio che è stato meraviglioso per la sua fidanzata-ranista Martina Carraro. Un bronzo per la prima volta della genovese in una competizione mondiale e un record italico nelle convulse due vasche che compongono i 50 metri. Sfumature intense d’azzurro in stile di coppia, che anche oggi archivia un’altra medaglia, e Fabio festeggerà la sua metà come deve l’amore e la rana condivisa. Carraro e Detti, facce di bronzo che tengono a galla un’Italia che deve ancora carburare come si deve. Buona acqua a tutti.