Vediamo cinesi dappertutto? Oibò non avremmo mica per caso la sindrome cinese? Ora il Sun, quello Yang che noi trasformiamo di nostro nello yin e yang della vasca , ci appare di continuo in California in questi giorni. Col papà, al basket, se la gode e s’allena negli Usa(leggi qui) il cinesone. Fermi tutti, è il tormentone aquatico che ci prende. Sarà che ormai la sfida delle sfide olimpiche, che per noi sono i 1500 a stile libero formato Gregorio Paltrinieri, ci concentrano al massimo sull’avversario muraglia, quasi che il mondo natatorio con gli occhi a mandorla si aprisse agli intricati meandri nemmeno troppo segreti della Città Proibita vista da Marco Polo. Social a parte, non è cambiato molto dalla riservatezza raccontata ne Il Milione. La verità che i cinesi girano, eccome se girano nelle piscine, e se le cercano pure buone, belle e organizzate per collegiali. Con adeguata privacy richiesta.
Capita così che a Roma al centro federale di Pietralata arrivi la nostra nazionale azzurra e, qualche vasca più in là, ci sia pure la Cina delle synchro girls. Non è un caso che casa Italia sia molto gradita dagli stranieri, vedi Ostia l’altro centro federale sempre richiesto (ultima in rodine di tempo Ruta Meilutyte). Sorridono, fanno ciao con la manina, inglese poco e nulla e non lo sai se un pochino lo fanno apposta perché la muraglietta è sempre lì che controlla. Non t’allargare troppo sembrano messaggiare con l’occhione sgranato. Però gradiscono eccome l’hospitality romana, splendido centro federale. Poi le guardi, ti giri e pensi “ma con quelle spalle, saranno mica quelle del nuoto?”. No no, non facciamoci venire la sindrome cinese e rilassiamoci alla soave musica del synhcro.