Un, due, tre…changer. E la Francia è il perno attorno a cui ruotano diverse situazioni riguardanti i big della vasca. Se già era migrato negli States, alle dipendenze di Bob Bowman, ora Yannick Agnel cancella le ultime tracce di sé a Nizza, scegliendo come campo base per i ‘soggiorni’ in patria Mulhouse “Perché dispone di strutture adeguate ad accogliere me e Bob”. Mulhouse, peraltro, è il club del direttore tecnico francese, Lionel Horter. Quando, l’ottobre scorso, Lacourt disse “Ciao a tutti, vado in Australia per tornare il numero uno”, L’Equipe non la prese benissimo, riferendosi a quel periodo come “Sei mesi d’esilio”. Del resto, quando Laure Manaudou si trasferì in Italia, fu un caso nazionale. Stavolta è un francese, Fred Vergnoux - lo stesso che l’anno scorso fu al vertice di un burrascoso triangolo con Mireia Belmonte e il club di Sabadell – a portare in Europa una figlia dell’Oceania, quella Lauren Boyle da tre bronzi mondiali, l’anno scorso, a Barcellona. Che ora rifiuta il sistema neozelandese – $1.4 milioni l’anno di contributi pubblici, secondo il Sunday Star Times – per Barcellona, ultima di un fuggi fuggi dall’arcipelago di atleti, tecnici e dirigenti. Ultima dei top swimmers in cerca di novità, per arrivare competitivi all’appuntamento con Rio 2016.
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