La stessa filosofia da oltre un secolo, formare e valorizzare l’individuo, per sé e per la comunità. Ma allo studio sui libri, si accompagna oggi il valore educativo dello sport. Mara Rascaroli è Direttrice della scuola per l’infanzia e primaria dell’Istituto Gonzaga di Milano “Praticamente solo le scuole cattoliche oggi possono permettersi d’integrare scuola e agonismo – spiega a Swimbiz.it – ma non fu facile superare la visione tradizionale della scuola, che vede lo sport non come educazione, ma come distrazione ”. Altri esempi, a Milano, sono il Leone XIII o il San Carlo “Ma noi andiamo dall’infanzia al liceo”. Questo crea negli studenti un senso d’appartenenza durante gli eventi sportivi con le altre scuole “Più forte dai più piccoli alle medie”. A parte il settore infanzia, praticamente tutti i 1300 ragazzi circa del Gonzaga nuotano nella piscina (25 m, 6 corsie) dell’Istituto. E lì, quest’anno, ha mosso i primi passi la squadra di nuoto del Gonzaga Sport Club. Il progetto è incentrato sui giovani della scuola - ma aperto anche a esterni, Master compresi – e l’attività agonistica oggi non va oltre gli Esordienti a livello provinciale “Non c’è urgenza di far andare forte i ragazzi, qui non dobbiamo convincere un gestore a concedere una corsia in più – spiega il General Manager Erich Persico - però ci autofinanziamo. Per l’agonismo, è vitale il serbatoio economico e umano della scuola nuoto”.
La società sportiva nacque l’anno scorso da un gruppo di ex gonzaghini della palestra Skorpion Downtowon “Ma più che sala pesi, è importante nei giovani sviluppare la mobilità: corpo libero, corda, ginnastica…”. L’altro focus è l’acquaticità “Quando Federica Pellegrini nelle interviste dice che in mare si sente a disagio, viene da pensare”. Il Presidente Simona Borgomaneri ha importato il sistema francese, dove il nuoto nell’infanzia era affidato a una Federazione ad hoc, poi inglobata nella Ffn “Il bambino si abitua all’acqua, ma senza forzature: è un processo cosciente, con un istruttore in grado di rapportarsi con lui, per aiutarlo a superare autonomamente eventuali paure – il gioco è la chiave di volta – e così s’insegna anche a seguire le regole, perché non c’è gioco senza rispetto degli altri”. La parte agonistica del Gonzaga è affidata a Paolo Felotti e Simona Nocerino. Quando l’atleta cresce, serve un nuovo modo di rapportarsi con lui “Inizia a ‘pensare con la sua testa’, a mettere in discussione i ruoli – spiega Felotti – cambiare realtà è già un fattore di crescita. Il ragazzo è stimolato a rimettersi in gioco, a superare l’iniziale timore di non riuscire di fronte alle novità. Ed è una sfida per lo stesso allenatore”.