In Italia per i giovani campioni di nuoto è difficile unire l’impegno sportivo con l’impegno scolastico. A parlare di tale problema è il Dt dell’Italnuoto Cesare Butini, perno educativo del progetto realizzato da Arena e Fin “Swim Your Best”(leggi qui), iniziativa di supporto per i giovani talenti italiani come: Martina Rossi, Rachele Ceracchi, Giuseppe Guttuso, Giovanni Izzo, Simona Quadarella e Nicolangelo Di Fabio. Butini spiega: “A Baku, a fine giugno, periodo che ha coinciso con la fine della scuola, alcuni di loro hanno brillato meno nello sport“ — e continua — “Purtroppo in Italia la scuola tiene poco conto dell’importanza dello sport. Per esempio è capitato che molti, di ritorno dalle gare del weekend, per riprendersi dagli sforzi agonistici non si siano recati a scuola, dicendo di sentirsi poco bene”. In altri Paesi “Ad esempio quelli anglosassoni, c’è sinergia tra studio e sport e in un istituto scolastico è facile trovare un polo sportivo con piscina e palestre, facilitando così la crescita sportiva adolescenziale — prosegue il direttore tecnico — “Grazie a tali strutture, gli atleti non sarebbero più obbligati a percorrere 45 minuti di traffico nelle città, per recarsi agli allenamenti”. Infine, in direzione olimpica, spazio alla vasca “Tra tutti, vedo ben proiettati Quadarella, Guttuso e Di Fabio che – chiarisce Butini – hanno più chances rispetto agli altri, principalmente per quanto riguarda l’età, parlando dei due ragazzi. Simona Quadarella, invece, si è chiaramente distinta a Singapore, facendo un bel balzo in avanti”.
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