La crisi morde. Le imprese, i cittadini, lo sport. Soprattutto lo sport, visto come attività superflua o secondaria. In Piemonte e Valle d’Aosta oggi il nuoto può contare su alcuni buoni impianti, ma il futuro è incerto e le polemiche non mancano. Il presidente del Comitato regionale FIN, Marco Sublimi, definisce “invidiabile” la situazione impiantistica di Torino e province ma alcune scelte poco lungimiranti rischiano di privare anche questa regione di eccellenze e ghiotte possibilità. A differenza di Milano, che non riesce a rispondere appieno ai suoi doveri di capoluogo del nuoto lombardo, Torino si mostra vero polo natatorio, ma lo stesso Sublimi ammette: “Dire che abbiamo strutture importanti come il Palanuoto e lo Stadio Monumentale non significa che siano sufficienti”. L’ombra della crisi avanza anche sotto la Mole. “Sono preoccupato per il futuro” continua Sublimi, “non vorrei che la situazione di emergenza economica penalizzi gli impianti pubblici, vanificando la crescita qualitativa e i coraggiosi investimenti fatti fin qui”. Investimenti che però potevano essere più oculati: il Palanuoto, pur essendo un “lusso” per lo standard italiano, è pur sempre una piscina a 8 corsie, e non 10 come richiedono i grandi meeting internazionali. Anche a Cuneo la corsa al risparmio può spazzare via un pezzo di storia e di sport. Per costruire la nuova piscina da 50 metri, iniziativa lodevole per la diffusione del nuoto, si è però deciso di sacrificare la vasca tuffi, troppo costosa da gestire. Un colpo al cuore per la trentennale tradizione cuneese del trampolino. Allo sdegno di genitori, atleti e allenatori, Marco Sublimi oppone la mancanza di una bacchetta magica: “È stata una scelta sofferta, ma necessaria per contenere i costi di costruzione e gestione. Nella situazione attuale, bisognerebbe solo gioire di fronte ad una nuova piscina”. Ai giovani tuffatori, orfani del trampolino, non resta che migrare verso piscine più fortunate, distanti km, all’Italia, orfana di mamma cultura sportiva e di papà denaro, non resta che imparare da sola a restare a galla.
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