Tra droni e politica, il nuoto cerca futuro?

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Il commento del direttore: Evoluzioni stilistiche nel mondo di concepire il nuoto spettacolo e leopolde natatorie in incubazione, il futuro prossimo dentro e fuori la vasca...

Immagina, puoi, direbbe il celeberrimo spot. Applicarlo al mondo del nuoto per il suo futuro è un tantinello più complesso. Val bene farne analisi incrociate com’è capitato al workshop, un tempo si sarebbe chiamato salottino, di qualche giorno fa a Milano sollecitato da Arena e da Rcs con la partecipazione di quel complesso natatorio che è Adn Swim Project. Ma alla fine business, professionismo e altro sono condizioni inevitabili guardando al mondo sportivo, ma ancora lontani per molti versi dall’universo vasca. Giusto parlarne, sollecitare e sollecitarsi, proporre idee come spesso dal canale Swimbiz mettiamo in evidenza. La vasca e il territorio sconfinato delle acque libere, ma anche le alte vette dei tuffi, fino alle porte della waterpolo: vorremmo un’officina creativa permanente, perché è poi dalle micro rivoluzioni delle idee che prende avvio la fase di trasformazione. Più spettacolo, più pubblico, più integrazione tra media e tv, il resto è una naturale conseguenza per tutti. Prendiamo l’amato fondo delle acque libere: avete mai provato a capire la percezione da casa di un competizione vista con gli occhi dell’abbonato in prima fila? Emozione diluita agli ultimi concitati rush finali, ma prima? mulinelli di braccia e schiuma indecifrabile se non nella bravura del telecronista. E allora perché non usare il drone della soggettiva e del particolare, che nemmeno l’elicottero con i suoi potenti zoom riuscirà mai a portare l’abbonato nel mezzo della gara? Immagina, puoi. E non dico di mettere la Go Pro nel costume dei tuffatori, ma osare deve essere la parola d’ordine. E di leopolde natatorie, fronte del palco, pare stia pensando un imprenditore come Sergio Tosi, intervistato da noi questa settimana(leggi qui). Management, con il prefisso sport. Quello della sua società. Ovvero il business che guarda al palazzo, e che dal palazzo (H) è guardato con interesse. Inutile girarci attorno. Leggi Brasile olimpico, manca poco, ma è soprattutto di poltrone e potere che sbrilluccica “l’impero natatorio” ovvio riferimento  del Tosi alla Roma imperiale di un sempre in sella Paolo Barelli definito “elemento prezioso” ma alla fine sempre avversario ostico, tenace col ritmo del fondista che non riesci a mettere sotto. Che il Tosi miri alla leopolda e a gestirne le conseguenze da consigliere è quasi certo. Improbabile la presidenza. Meglio il politically correct del proporre e sostenere il quarantenne del nuo(v)to corso il trepuntozero idea dopo la debacle del precedente affondato (sessantenne) Giorgio Quadri. Se la squadra è da formare, qualche idea sul quarantenne leader da opporre alla corazzata barelliana circola già, secondo fonti riferibili anche a ambienti Coni. Potrebbe essere un brillante manager come il Dao (dal nome della sua società) Stefano De Alessi (foto). Torinese, romano di adozione, il sempre impettito, glam e sottotraccia De Alessi è già un total inside in vasca. Conosce ambienti fondamentali (Aniene) e tratta con presidenti di società tutto l’anno. E’ lui il manager più richiesto dai siluri azzurri, da Pellegrini a Paltrinieri e non risparmia certo il suo peso in materia, un mix di ambizione e risultati a portata di mano, ora che è anche il marketing del più complesso mondo Coni. Un Raiola del nuoto per intenderci, abituato fin da piccolo a pensare in grande e a sviluppare sinergie da salotto romano. Il Leopoldo potrebbe essere lui, per buona pace di quelli che sperano ancora di non morire barelliani.
 
zicche@swimbiz.it

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