Tutti i dubbi di Mireia Belmonte, australiana mancata

Copyright foto: alex caparros

In patria è considerata una star sportiva. Un’icona di femminismo. Una trend-setter chiamata dai media spagnoli anche a commentare vicende politiche, come il settembre scorso sulla possibilità o meno di una separazione della Catalogna(leggi qui). Mireia Belmonte García ha anche ammesso a El Mundo che , se suo padre avesse accettato un lavoro offertogli in Australia poco prima che lei nascesse, avrebbe nuotato per gli Aussie. Sliding-doors a parte, la duttile vice campionessa mondiale e olimpica è entrata nell’anno olimpico con più di un dubbio. L’infortunio alla spalla che la tenne fuori dai Mondiali della scorsa stagione – accarezzò anche l’idea delle staminali per riprendersi(leggi qui) – l’ha spinta a consultare quotidianamente un fisioterapista. Il virus Zika l’ha turbata, tanto che al Mundo Deportivo dieci giorni fa ha detto “Voglio informarmi bene e avere garanzie di sicurezza. Se Zika può influenzare il resto della mia vita, preferisco rinunciare a Rio 2016 e attendere altre Olimpiadi”. Si è anche allargata alle acque libere, già bronzo nella 5 km agli Europei 2014. Ieri 31° nella seconda tappa della Fina World Cup ad Abu Dhabi, si è comunque conquistata il diritto di rappresentare la Spagna al torneo pre olimpico di fondo (Setúbal 11-12 giugno). Ma il suo tecnico, il francese Fred Vergnoux, non è contento “Abbiamo dovuto interrompere la concentrazione degli allenamenti in altura – in Sierra Nevada, con l’azzurra Alice Mizzau aggregata al gruppo – a tre settimane dagli Open di Spagna e a una del meeting di Marsiglia, dove affronterà Katinka Hosszu. Avevo proposto una gara alternativa a maggio, in Francia. A un’ora di aereo, non avrebbe interrotto nulla, ma mi hanno ignorato” le sue parole riportate da Marca. Tanti dubbi per Mireia Belmonte, ma l’anno olimpico è appena iniziato.

 
moscarella@swimbiz.it

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram