Mentre Re Magno appare sul bordo vasca di Riccione, al secolo Filippo Magnini, si ragiona in modo singolo e non in coppia, guarda caso. Il nuoto è così, d’altronde. Fari accesi sul capitano trentacinquenne, il nuoto cambia e cambiano le aspettative di bracciata “i giovani spingono da dietro, ma io ho spento il cervello in questo periodo”. Filippo a tutto tondo, barba incolta e pensieri da anno nuovo “mi devo tenere, ma da gennaio ci divertiamo”. Giusta filosofia mentre in vasca l’anieno Filippo Berlincioni tocca leggero a farfalla, e prova il siparietto Filippo di un tempo: braccia allargate, pugni che percuotono il petto, gioia a trentadue denti e fortuna che non esistono più i costumoni da strappare dalla gioia perché saremmo in fotocopia col pesarese da strappo assoluto. Saranno giovani, le movenze richiamano, ma non è tempo di rottamazioni per il Pippone nazionale “mi devo tenere, qui solo staffette, ma la voglia c’è”. Tutti per Magno, Magno per tutti. Chi non si tiene è il Cicca, il romanissimo Ciccarese ipertatuato, che nel dorso tocca e si gira, vince e ringrazia ribadendo varie volte il concetto “questo sport come lavoro” e tutti quelli che glielo permettono, di nuotare divertendosi. Giusta filosofia il divertimento, per la pensione chiedere a Rosolino che premia premia e premia (e nuota e s’allena , tra un premio e l’altro), ma lo avrà mai veramente appeso il costume al chiodo?