Primo approccio con Salvador, i suoi ritmi, la sua calura. E domani è tempo di gare per gli azzurri dell’Italfondo, agli open brasiliani, per pi replicare sabato “Una sola da tenere d’occhio – spiega a Swimbiz.it il tecnico Fabrizio Antonelli – Ana Marcela Cunha, perché Do Carmo non dovrebbe gareggiare. Lei darà tutto per vincere il titolo nazionale, è un’agonista”. Qualità che non manca all’azzurra Rachele Bruni “La costanza negli allenamenti e la capacità di far bene anche quando non era al meglio sono state decisive per vincere la Coppa del Mondo, la prima di un’italiana(leggi qui) – il resto è strategia – tipica del fondo, in gara devi prendere velocemente decisioni. In vasca, si pianifica più a tavolino”. Ma all’estero chi vedono favorita per un possibile oro olimpico? “C’è attenzione su Rachele, ho letto anche qualche articolo della stampa straniera. Ma in generale Cunha è considerata avere qualcosina in più e a Rio giocherà in casa” chissà se la motiverà o, invece, la emozionerà. Paradossalmente, il quarto posto di Rachele Bruni ai Mondiali “Può darle la giusta carica e il tempo di eliminare certe piccole sbavature che possiamo, perché anche gli allenatori hanno le loro responsabilità, aver compiuto a Kazan. In fondo, meglio a Mondiali che alle Olimpiadi, la meta finale”. Romano, Antonelli lavora con Rachele al centro sportivo dell’esercito di Cecchignola, nella Capitale “Un privilegio, non dobbiamo affrontare ogni giorno il traffico. Ci sono anche Alice Franco e, quasi stabilmente, Arianna Bridi. E c’è un grande sforzo della Fin che permette ai ragazzi di stare a lungo in collegiale nazionale, permettendo al gruppo di compattarsi velocemente”. E i rapporti sono importanti anche tra atleta e allenatore. La scorsa estate, a Swimbiz Fabio Scozzoli definì così Fabrizio Antonelli: la persona di cui mi fidi di più “Quando ho letto quella frase, gli ho mandato un messaggio per ringraziarlo. Non è solo un fuoriclasse, ma anche un ragazzo d’oro e abbiamo un bellissimo e schietto rapporto”. Restando in ambito vasca, sembra stia cambiando il vento “Ne parlavo con un tecnico canadese: non solo in Italia, ma nel mondo si sta puntando più alla velocità che a mezzofondo e fondo – il motivo? – penso abbia ragione Marin(leggi qui): forse è cambiato il modo dei ragazzi di rapportarsi alla fatica. Nella mente di molti, lavorare sui particolari è più appetibile di un alto chilometraggio”.
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