Corre l’anno Stubendibus 2019 dell’apnea azzurra. A conferma, ve ne fosse bisogno, che siamo sempre più immersi nella gloria della regina di tutte le discipline. Trattieni il fiato, ti allunghi e superi la barriera di tutte le dinamiche possibili. Alessia Zecchini a Istanbul, tra occidente e oriente, yin e yang al posto dell’orologio biologico di una extraterrestre che non ha più il senso di quello che è il limite. O forse sì, ma lei sperimenta il limite umano nella sua straordinaria normalità, ammesso che i limiti esistano. Provateci a pensare a farlo solo con l’immaginazione. Stop, immaginate Alessia. Un solo fiato profondo, che riempie un’esistenza fatta di record continui, si mangia e si beve la piscina in duecentoventottometrivirgolaquindici. Già vi è venuto il fiatone? Pensate a farli senza respiro... Record del mondo, oro che sembra quello del galeone immerso che nessuno riesce a raggiungere nemmeno con le bombole.
Già, ma siamo in piscina, e l’altra azzurra, qualcuno direbbe la più agee della compagnia visto le primavere acquatiche, Livia Bregonzio, si diletta con un bronzo a221,65 metri, lasciando l’argento per la tripletta azzurra a Mauro Generali con 239,28. Un inarrestabile abisso di gloria, da ogni angolazione, e pure in orizzontale è sempre tutto azzurro.