E’ l’anno olimpico, ma i Giochi di Rio 2016 rappresentano solo l’ultima e più importante tappa di una stagione costellata di eventi. Proprio a Rio, nel 2011, si tenne la scorsa edizione dei Giochi Militari che, per l’Italia del nuoto, videro sul podio nomi come Pizzini, De Memme, Bocchia, Beni, Sciocchetti, Ferraioli e tanti altri. Quest’anno (dal 2 all’11 ottobre) a Mungyeong, in Corea del Sud, gli azzurri troveranno in corsia Florent Manaudou che, tra medaglie olimpiche, pubblicità e apparizioni televisive, è anche graduato d’artiglieria dell’esercito francese “Sportivi e militari condividono molti valori”. Non dev’essere stato facile trovargli una divisa idonea, ma fin da quando si è unito ai ranghi dell’armée nel 2009 – promosso caporale il febbraio scorso e rapidamente ripromosso a maréchal des logis (sergente) – Manaudou è consapevole di essere un "privilegiato" che raramente deve indossarla “Essendo atleta di alto livello, non sto mai in caserma” . Dall’Italia alla Francia, dal Brasile a Russia e Cina, abbondano le storie di atleti militari. Il farfallista Joseph Schooling, speranza olimpica di Singapore a Rio 2016, è il primo atleta del suo Paese esentato dalla leva obbligatoria motivi sportivi e potrebbe aprire la strada a nuove esenzioni e dilazioni(leggi qui). Ma c’è anche chi ha rinunciato a quel privilegio, come il pallanotista israeliano Bar Rahav, morto lo scorso anno in uno scontro a fuoco con i palestinesi nella Striscia di Gaza(leggi qui).
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