Trasparenza, una delle parole più utilizzate di questi tempi. Andrea Di Nino, tecnico e fondatore del team natatorio internazionale di Caserta Adn Swim Project, da sempre pretende dai suoi tesserati la firma di un codice etico, con particolare attenzione al tema doping. E oggi Adn ha immortalato e reso pubblica la firma dei suoi tre atleti, il bielorusso Evgeny Tsurkin, il belga Francois Heersbrandt, il russo Aleksej Brianksij, che gareggeranno alle Olimpiadi di Rio 2016. Non una semplice dichiarazione d’intenti, ma un testo dettagliato che chiede un costante aggiornamento sui farmaci assunti dagli atleti – non è ammesso chi in passato abbia subito squalifiche per doping - e un rispetto totale delle indicazioni del medico sportivo. Un’assicurazione, un documento ‘giuridico’ (verba volant, scripta manent) che in caso d’infrazione prevede l’espulsione dal club ancor prima di una positività accertata. Basti pensare al dorsista russo Vitaly Melnikov, allontanato da Adn nel 2013, medagliato agli Europei in vasca corta dello stesso anno e poi trovato positivo all’Epo nel 2014(leggi qui). Non è solo un discorso di etica. Si parla di sport professionistico, di nuoto come professione. E’ tutela del lavoro, dell’immagine del lavoratore. Sia del tecnico e del club, sia dell’atleta. Che affidandosi a società e medico, non rischia di cadere né in tentazione, né in positività ‘accidentali’.