“Il mercato americano è più affollato e richiede maggiori investimenti, ma è anche più organizzato. La Cina ha più possibilità di crescita” spiegava lo scorso anno a Swimbiz.it(leggi qui) Giuseppe Musciacchio, Co-Ceo di Arena, illustrando due dei maggiori mercati mondiali, nel settore swimwear come in generale. Lo scorso 16 febbraio, cadeva il giorno del capodanno cinese e ad aprire il nuovo anno, cantando sul palco della tv nazionale, c’era anche il tre volte olimpionico Sun Yang, non nuovo a performances canore(leggi qui):
Piaccia o non piaccia, la Cina oggi costituisce un asset fondamentale del nuoto mondiale, come emerge da una recente analisi di Globoesporte. Il tecnico e commentatore tv Alex Pussieldi ricorda come i mugugni si sprechino “Per i numerosi casi di doping del passato”. Ma per la Fina pare impossibile ignorare un mercato che per il 2020 “Punta ad avere oltre 1000 società di sport acquatici” per una spesa di quasi 30 miliardi di dollari. Sun Yang, campione di sponsor – questa sì una rarità in Cina(leggi qui) – riesce da solo ad attrarre su Weibo (social network cinese) oltre 32 milioni di followers, praticamente una nazione. Hangzhou, città natale di Sun e sede dei Giochi Asiatici 2022, conta “Oltre 450 piscine pubbliche” e il 35% della popolazione, 21 milioni di abitanti, pratica sport. Il primo sponsor cinese della Fina è stato Hosa, e cinese è anche Midea. Inoltre, Pussieldi segnala che di recente “Una divisione di Alibaba – colosso cinese dell’e-commerce – si è associata alla Fina per la realizzazione degli eventi promozionali come la Gala Dinner”.