Dicevamo, per l’appunto ieri, che la stagione dei premi da palco è solo all’inizio. E come ci aspettavamo , investe i protagonisti di Rio , che alla fine sono i nostri tre baldi di Ostia. I tre Cavalieri acquatici, due in cuffia (i due GG, Paltrinieri e Detti) e uno in tuta e cronometro che per l’occasione da palco sfoggia la, un po’ stretta, cravatta di ordinanza. Il Cavalier Morini ci ha preso gusto e va giustamente all’incasso (virtuale, perché il premio da palco non ha valore di pecunia, ma eleva lo status morale e professionale di chi lo riceve) in un testa a testa quasi calcistico. A Viareggio lunedì scorso tra allenatori era Di Francesco, mister del Sassuolo, da ieri la battaglia dei voti per la rosea classifica cartacea vede il Moro confrontarsi –comunque in acquatica condivisione coi colleghi Campagna e Conti per la cronaca- con nientepopodimeno che i mister del pallone Allegri e Ranieri. Un ciclopico confronto calcistico che già eleva la vasca quantomeno al rango da palco con quell’emisfero a parte che è il prato verde.
Se il Moro ce la farà a sbaragliare a colpi di click il tormentone imperante degli awards che noi preferiamo chiamare premi è certamente un augurio, più semplice (scontata, meglio) la vediamo per l’allenatore dell’anno in famiglia Fin. Lì passa la dottrina del Moro supremo per risultato ovviamente, oro e bronzi olimpici dei suo due GG è come segnare un rigore senza portiere. Stefano Morini ormai colleziona (giustamente) il massimo titolo Fin dalla prima edizione con un (evidente) distacco su chiunque possa solo minimamente pensare al confronto col moloch (attuale) dei cronometri azzurri. E allora Vota Moro Vota Moro per tutto, ma sul fronte dell’allenatore (Fin) dell’anno perché non mettere, proposta, il limite alle due edizioni vincibili e fare emerito il Moro? Con il Moro in cattedra, presidente di giuria, e trovare un erede degno del futuro della vasca.